Henry Miller ha scritto “La propria destinazione non è mai un luogo, ma un nuovo modo di vedere le cose”.
Quest’anno, un po’ per vivere nuove emozioni, un po’ per continuare a mettermi alla prova nelle mie sfide di crescita personale, ho deciso di intraprendere una nuova esperienza, quella dei viaggi di gruppo. Un amico mi ha detto che il passo più difficile prima di un viaggio è il primo che ci porta fuori dalla porta di casa e ho scoperto piacevolmente che è una grande verità, soprattutto quando parti da sola. Chi mi segue sa che la scorsa estate ho visitato l’America on the road partecipando in solitaria ad un viaggio di gruppo, un viaggio nei parchi del Farwest insieme a 15 sconosciuti. Un’esperienza che in qualche modo ha cambiato la mia vita e il mio modo di vedere le cose. Ho conosciuto persone meravigliose e tra queste, alcuni amici che sono entrati a fare parte inevitabilmente della mia vita. Ho conosciuto alcune delle mie debolezze e dato maggior valore alla persona che sono acquisendo più consapevolezza e forza. Tutte queste emozioni mi hanno spinto a decidere di partire nuovamente, questa volta per una meta esotica e altrettanto misteriosa ai miei occhi: Cuba.
In questo articolo cercherò di raccontarvi i 9 giorni che ho condiviso con i miei compagni di viaggio, alla scoperta di un Paese meraviglioso.
8 sconosciuti, 1 destinazione: l’Havana, Cuba
Tralasciando dettagli che alla maggior parte dei lettori probabilmente non interessano e che sono diventati aneddoti storici solo per chi li ha vissuti, passiamo al racconto del viaggio.
8 persone, 8 sconosciuti in partenza tra Roma e Milano. Dopo un lunghissimo volo di circa 11 ore atterriamo finalmente all’Havana in tarda serata. Abbastanza frastornati per non aver chiuso praticamente occhio – una tattica volontaria per salvaguardarci dal jet lag – usciamo e incontriamo la nostra guida cubana, Alberto. Prima impressione positiva: il clima ci ricordava una calda sera estiva e, mentre qualcuno recuperava le prime bottigliette d’acqua e qualcun altro le prime birre fresche, ci dirigiamo verso il pulmino che ci avrebbe accompagnato per tutta la vacanza in giro per l’isola caraibica: direzione casa particulares.
Cos’è una casa particulares? È presto detto: si tratta di un tipico alloggio cubano che altro non è che una casa privata, una sorta di airbnb. Qui alloggiavamo per una o due notti e avevamo la possibilità anche di cenare e fare colazione. Un fantastico modo per immergerci a pieno nella cultura e nelle tradizioni cubane.
Il primo giorno all’Havana inizia con una temperatura di 29 gradi. Ci dirigiamo quindi verso il centro per un tour della città. Le strade risultano essere abbastanza vuote, pochi bar aperti e la sensazione di essere arrivati nel momento sbagliato. Solo in seguito scopriremo che nel periodo di capodanno spesso negozi e locali chiudono per qualche giorno in più. Niente di preoccupante, siamo comunque riusciti a visitare Plaza de la Revolución, il Vedado, il Malecón, il Castillo del Morro e le principali attrazioni. Non ci siamo fatti mancare niente in verità: giro per Cuba nelle tipiche auto d’epoca, daiquiri alla Floridita, pranzo a base di aragosta e tramonto al Campidoglio.
Prima di rientrare però un aperitivo a base di mojito e via, a casa per gustarci la cena. Cosa si mangia a Cuba? Pollo, riso, fagioli, pesce, cetrioli, platano e iucca. Queste le componenti principali di ogni piatto, accompagnate da tante, tante spezie! Una delizia!
Santa Clara, la città del Che
Il secondo giorno ci spostiamo verso Cayo Santa Maria, è il giorno di capodanno e avevamo deciso di prenderci un paio di giorni di relax per festeggiare il capodanno e risvegliarci nel meraviglioso Mar dei Caraibi.
Prima di raggiungere il nostro alloggio però abbiamo deciso di sfruttare al massimo il tragitto per non perderci nulla. Santa Clara ci stava aspettando per un breve tour.
Una cittadina davvero graziosa, caratterizzata da stradine rallegrate da facciate con colori eclettici e vivaci. Questa è anche la città in cui è presente il mausoleo di Che Guevara. Abbiamo avuto l’occasione di visitarlo da fuori ma purtroppo, come spesso ci veniva ripetuto dai nostri compagni cubani, “a Cuba niente è certo”: in effetti spesso non riuscivamo a contattare prima i luoghi e le attrazioni che desideravamo visitare, rischiando quindi talvolta di trovare una brutta sorpresa al nostro arrivo.
Ma con un clima tropicale, sole ogni giorno e umore positivo, in fin dei conti anche questi momenti venivano affrontati con molta tranquillità e magari con qualche risata.
Remedios e Las Parrandas
Un’altra tappa prima di arrivare in spiaggia: Remedios. Questa piccola cittadina ha una storia davvero interessante che vale la pena di essere raccontata, ma partiamo dal principio. Scendiamo dal nostro pulmino e ci ritroviamo in una piazza in cui sembrava essere passata una parata con coriandoli, fuochi d’artificio e quel che restava di grandi allestimenti da festa variopinti.
Era stata celebrata da appena qualche giorno Las Parrandas, una festa tipica di Remedios in cui gli abitanti dei 2 quartieri El Carmene e San Salvador lottano a suon di fuochi d’artificio e petardi per aggiudicarsi la vittoria. Tutto è nato nel XVI secolo quando il parroco Francisco de Quiñone, a causa delle poche presenze in chiesa durante il Natale, chiese ai bambini del luogo di scendere in piazza con pentole e fischietti per svegliare tutti e convincerli a partecipare alla messa di mezzanotte. Oggi Las Parrandas è una festa piuttosto pericolosa in realtà: le due fazioni che si scontrano passano i giorni antecedenti il 24 dicembre a preparare carri colorati e “armamenti” finché il pomeriggio iniziano la battaglia. Questa consiste nello sparare razzi, fuochi d’artificio, petardi che finiscono inevitabilmente sulla folla senza alcun controllo. Insomma, siamo contenti di non aver partecipato e, se non credete a queste parole, guardate qui!
Capodanno a Cuba
Eccoci finalmente pronti per festeggiare il Capodanno a Cuba. In questo caso ci siamo concessi un paio di giorni in Resort all inclusive perché si sa, amiamo l’avventura, ma amiamo anche un pizzico di comodità. La serata si svolge in modo divertente all’interno del resort con qualche bicchiere di troppo ma d’altronde, c’era il free bar! Il giorno seguente destinazione spiaggia: abbronzatura e relax erano le nostre parole chiave per il 1° gennaio 2023 e così è stato!
Cayo Santa Maria è una piccola baia dall’acqua turchese, qui ci siamo concessi qualche ora di snorkeling scoprendo il meraviglioso mondo della barriera corallina con il pesce chirurgo, stelle marine a volontà e tante meduse.
La giornata passa così, tra chi si lascia affascinare dalla danza dei pellicani a pesca, chi riflette su una brandina con musica in sottofondo e chi si unisce a partite di beach volley con partecipanti da ogni parte del mondo. In fin dei conti il viaggio è un’esperienza da condividere certo, ma che ha anche dei momenti davvero introspettivi.
Tra introspezione e condivisione
Oggi considero i viaggi una parte importante della mia vita. Partendo da sola ho scoperto nuove e bellissime sensazioni che nascevano in me, prima del viaggio, durante ma soprattutto dopo. Maggior consapevolezza nel comprendere un po’ di più riguardo chi sono e chi voglio diventare, apertura ad ascoltare gli altri e ad aprirsi senza giudicare, viaggiare sulla mia strada lasciando indietro chi non incontra la mia energia perché lo sappiamo bene, non siamo fatti per tutti e non tutti sono fatti per noi. Ma ancora: capacità di far cadere qualsiasi tipo di maschera ci calziamo ogni giorno, per far fronte alle richieste della società che non sempre lascia spazio alla versione più libera e serena di noi.
In questi momenti, se hai la fortuna di incontrare anime che condividono il tuo modo di vivere l’esperienza, pronte a mettersi in gioco e a fregarsene di tutto ciò che non è libertà e condivisione, puoi davvero imparare tanto. Imparare a conoscere te. Imparare a conoscere gli altri.
Trinidad, il cuore pulsante di Cuba
Nessuno di noi ha nulla da dire in contrario, i due giorni trascorsi a Trinidad sono stati in assoluto quelli che ci hanno permesso di entrare al meglio nella cultura cubana: passeggiate tra le vie coloratissime della città, serate a bere mojito, ballare la salsa fino le 3 del mattino e case particulares davvero caratteristiche.
Ok, sto andando un po’ per le lunghe e se mi fermassi a riflettere su ogni attimo vissuto in questo viaggio ne verrebbe fuori un libro. Andiamo avanti e scorriamo insieme i giorni seguenti. Dalla Valle de los Ingenios fino a Topes de Collantes passando per Cayo Iguana.
Valle de los Ingenios e Topes de Collantes
Immergiamoci nella natura di Cuba finalmente. La Valle de los Ingenios è una vasta pianura che ci ha accolti con bancarelle di artigianato e bambini che chiedevano anche solo qualche pesos per trasformare la loro espressione malinconica in sorriso.
Qui abbiamo assaggiato il succo di canna da zucchero da Mario, un ragazzo davvero simpatico che ci ha mostrato il metodo classico per estrarlo. Ci sarebbero diversi aneddoti divertenti da raccontare su questo posto, ma come anticipato, chi li ha vissuti probabilmente sorriderà leggendo questo paragrafo.
Proseguiamo nella magica natura dell’isola e ci immergiamo a Topes de collantes per un trekking davvero emozionante.
Camminiamo per circa un’ora tra fiori e piante caratteristiche passando tra colonie di vespe e case tipiche dei contadini rimaste intatte dal passato. Niente luce e niente riscaldamento. Il minimo indispensabile per vivere una vita semplice.
Proseguiamo il nostro cammino e finalmente arriviamo nel paradiso nascosto: una cascata immersa in una piccola laguna silenziosa e rilassante. Il tempo di un bagno, visita alla grotta interna e siamo pronti a riprendere il nostro tragitto.
Non è Cuba senza un giorno di mare. Una giornata in catamarano è quello che ci vuole. In mezzo al mare, con i nostri pensieri, carichi dalle emozioni che stavamo vivendo e pronti a vivere nuove esperienza: direzione Cayo Iguana.
Sembrava davvero di essere stati catapultati in una cartolina: un’isola paradisiaca con pranzo sulla spiaggia, palme e gli immancabili iguana che accompagnavano il nostro breve pernottamento.
Da Cienfuegos a Vinales
Altro giorno altre esplorazione, è il turno di Cienfuegos. Questa cittadina sembra essere completamente diversa dalla Cuba che abbiamo vissuto fino a questo momento. Un centro più commerciale, persone benestanti e case lussuose rispetto a quanto visto finora, ma comunque caratteristico.
Proseguiamo ora verso Vinales, un posto meraviglioso, immerso tra montagne e piantagioni. Sarà la nostra casa per gli ultimi due giorni. Qui abbiamo visitato le piantagioni di tabacco, abbiamo avuto la possibilità di vedere come nasce un sigaro e abbiamo vissuto le ultime serate cubane a base di rum e liquore di platino.
Senza togliere il risveglio mattutino da parte dei galli in giardino e uno splendido tramonto tra le montagne.
Ultimo giorno di mare
L’ultimo giorno in spiaggia è stato davvero memorabile. Unico giorno in cui abbiamo incontrato la pioggia, durata pochi minuti per permetterci di godere di questo fantastico clima ancora per qualche ora. Una gita in barca, una passeggiata sulla spiaggia, stelle marine e caravelle portoghesi ovunque.
Quanto ancora ci sarebbe da raccontare, quanta meraviglia ancora nei miei occhi e nella mia mente non ancora tramutata in testo, ma d’altronde ciò che viviamo è difficile da raccontare e ancor di più da trasmettere in un solo articolo.
Attimi di vita lenta
Non c’è fretta nelle strade di Cuba. Le persone camminano sui ciotoli delle vie chiacchierando e scrutando i turisti. Alcuni si siedono negli scalini fuori dalla porta di casa a osservare ciò che la vita ha da mostrargli. I ragazzi si siedono fuori dai bar a giocare a domino e la sera ci si ritrova tutti in piazza a condividere passi di baciata a suon di musica latina.
Le persone non hanno un mezzo di trasporto e si rannicchiano ai bordi delle strade nell’attesa che qualcuno offra loro un passaggio, che sia per tornare a casa o per andare al lavoro.
Questa è la Cuba che non ti aspetti fino in fondo. Questa è la Cuba che in parte ti fa sognare con le sue palme, il mare cristallino e la gioia della condivisione della musica e della danza. Ma è anche la Cuba che di fa stringere il cuore perché vedi volti di persone rassegnate ad una vita semplice ma che non è la vita che hanno scelto. Persone che probabilmente sognano un’esistenza diversa, quella vita che vedono nei tuoi occhi, nei tuoi sorrisi, nei tuoi abiti, ma che non possono avere.
Non scegliamo dove nascere, ma non avere possibilità di scegliere come vivere è qualcosa che non possiamo capire ma solo rispettare.
Grazie Cuba sei stata una grande lezione di vita.
E infine un doveroso grazie ai miei compagni di viaggio, persone speciali che hanno saputo apprezzarmi, che ho saputo apprezzare, che hanno lasciato qualcosa di forte ed autentico nel mio cuore e senza le quali questo viaggio non sarebbe stato altro che una semplice vacanza.
Hasta luego!