La montagna d’estate? No, meglio il mare.
Fino a un anno fa avrei risposto così a questa domanda, perché per me l’estate senza mare, caldo e spiaggia non era estate. Da piccola non ho avuto la fortuna di viaggiare e ho sempre visto la montagna come un ambiente totalmente estraneo al mio stile di vita e ai miei gusti. Crescendo le cose cambiano, si fa esperienza, si provano cose nuove e si diventa curiosi verso ciò che non si conosce.
Un anno fa sono stata per la prima volta in USA, ho fatto uno dei viaggi che avevo sempre sognato: il Farwest on the road. Non sapevo cosa aspettarmi se non di vivere un’esperienza ineguagliabile, percorrendo le strade e calpestando la terra che avevo visto solo sullo schermo fino a quel momento. La verità è che questo viaggio mi ha portata alla scoperta – oltre che di me stessa – del caos e dell’eccentricità di Las Vegas e di Los Angeles, dei canyon dello Utah, delle rocce dell’Arizona, del deserto del Nevada. E di quel viaggio, una delle cose che più sono rimaste impresse nelle mia mente, sono state proprio quelle rocce e quei canyon. La natura incontaminata.
Lì ho iniziato a capire che forse il mio pensiero sulla montagna non era nient’altro che un pregiudizio nei confronti di qualcosa che semplicemente non conoscevo, così mi sono data un’occasione: la montagna in autunno. Quando sono salita sul Piz Boè però ne ho avuto la certezza: mi ero innamorata nuovamente di quelle rocce.
Così questa estate, cogliendo l’occasione di far visita ad un paio di amici, ho deciso di provare la montagna d’estate e ho passato un week end a Livigno.
Livigno, una piacevole scoperta
Ancora con qualche titubanza nascosta accuratamente nello zaino da trekking, sono arrivata in questa piccola valle incantata tra l’Italia e la Svizzera. La prima giornata di trekking è riuscita in poche ora ad eliminare ogni dubbio: la montagna d’estate era una figata.
Camminando in direzione del Crap de la Parè (m. 2393) – a sud del lago di Livigno ed a nord del passo d’Eira – gli scorci erano davvero come quelli di una cartolina. Montagne con cime innevate in lontananza, campi verdissimi e mucche al pascolo. La salita dal parcheggio è leggera, con qualche salita più ripida che d’estate può creare qualche piccola difficoltà ai non allenati. Il sentiero è ben segnalato e percorribile anche dai più piccini e dagli amici a quattro zampe e lo spettacolo, una volta giunti alla croce, è incredibilmente bello.
Un’ora di salita e di discesa e circa 180 metri di dislivello. Niente di complicato.
La giornata era ancora lunga e, dopo un breve pranzo al sacco con questa vista imperdibile, scendiamo dalla cima e ci dirigiamo verso il prossimo trekking: il Madonon.
Qui le possibilità sono diverse: salire a piedi e raggiungere la cima con circa 1000 metri di dislivello, oppure salire con i mezzi e affrontare il trekking con più serenità ma godendosi uno spettacolo assicurato. Noi abbiamo scelto la seconda opzione per problemi di tempo e si, diciamoci la verità, anche per mancanza di allenamento.
In circa un’ora da Carosello 3000 si raggiunge la cima del Madonon, percorrendo sentieri con viste mozzafiato.
Quassù troverete anche il famoso Baitel del Madonon, un rifugio attrezzato che sembrava uscito da una puntata di Heidi.
Il giorno seguente non poteva mancare un giro in mountain bike in Val Federia: qui la natura prende il sopravvento, i ruscelli si alternano a ponticelli in legno e i cavalli sono di casa nei verdi campi. Fermarsi e assaporare quei momenti mi ha fatto capire il vero piacere di essere in questi luoghi.
Proseguendo la corsa si giunge fino al Rifugio Alpe Federia, dove un piatto di pizzoccheri e una birra livignasca sono un must.
Non rinnego il mare, il primo amore non si scorda mai, ma ho capito che si può cambiare. Anzi no, ho capito che cambiare è una figata pazzesca!
Si cresce, si cambia. Si cambia città, si cambia casa, si cambiano i lavori, gli amori, si cambia prospettiva e si cambia il proprio stile. Cambiano i nostri obiettivi, così come cambiano le priorità. Si cambia opinione, sulle cose, sulle persone. Cambia il nostro aspetto così come cambia il modo in cui guardiamo dentro noi stessi. Semplicemente cambiamo. E quando capisci che c’è altro oltre le tue convinzioni, che c’é altro oltre la città in cui sei cresciuto e oltre i muri che accuratamente hai costruito per sentirti al sicuro, forse riesci a capire che c’é altro anche dentro di te.